Progettando il mio giocattolo 2021

Una giornata divertente giocando con i colori, il mio sport preferito.
In questo 2021 autoindulgente vorrei però lasciare almeno un po’ la mia confort zone fatta di palette polverose.
Non arriverò ai colori acidi e squillanti, ma qualche passettino fuori dall’usuale proverò a farlo.

E così riportato il disegno sulla stoffa:

parto dall’arcobaleno:

e affondo felice nelle matassine.

2021 lo farò a punto pieno cambiando colore in continuazione (sono masochista, lo so) e facendo tutto l’arcobaleno.

Licenza poetica, farò il punto pieno con il moulinè altrimenti il mio giocattolo 2021 finirà per costare una schioppettata. Anche perchè le foto le faccio con delle belle matassine ordinate e nuove, ma poi salteranno fuori avanzini e rimasugli.
In fondo ne basta una gugliata per colore o giù di lì.

La scritta monocromatica. Non ho ancora deciso il colore: si accettano consigli.

E come volevasi dimostrare siamo a fine mese e non ho ancora dato un punto.

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Girellando sul web

Spesso girello sul web in cerca di idee, di spunti, di ispirazione.
Il grosso delle cose che mi attraggono le ho sempre scartate perché non utili lavorativamente parlando.

Quest’anno no. Questo è l’anno dell’auto indulgenza, quindi mi soffermo su quello che mi fa venire voglia di ricamare, utile o no che sia.
Anzi soprattutto se utile non è.
E riguardo la paginetta della mia agenda che ha per titolo “un giorno…. forse….”, dove c’è l’elenco delle cose che mi piacciono, ma che ho pensato che non avrei fatto mai.

E girellando scopro cose, scopro gruppi che fanno cose.

Ovviamente il TAST (take a stitch tuesday) lo conoscete tutti o quasi, immagino. Esiste da decenni.
TAST
e relativo gruppo facebook

Un punto alla settimana e spazio alla creatività. Il loro stile non è il nostro, ma ci sono cose interessanti.
Io sono una rigorosa e non tanto creativa, quindi se mi ci fossi messa avrei fatto un ordinato dizionario di punti, una noia, lasciamo perdere.
Seguo sempre, non mi aggrego.

Girellando nei primi giorni dell’anno ho trovato un altro gruppo facebook: Journal Threaders.
Le signore tengono un diario con ago e filo, un micro ricamino al giorno a simbolizzare cosa c’è stato di significativo quel giorno.
Dal punto di vista estetico i risultati sono a mio avviso discutibili, l’idea interessante.
Ovviamente non terrò un diario con ago e filo, non tenevo diari nemmeno in adolescenza. E poi nell’anno dell’autoindulgenza non mi impegno di sicuro in qualcosa che comporti un impegno così bene definito, non oneroso, ma comunque vincolante, quotidiano.
Aver visto il gruppo all’inizio dell’anno mi ha portato a vedere la partenza, l’impostazione dei loro lavori: per la stragrande maggioranza l’anno ricamato al centro e poi spicchi per ogni mese. Non proprio una rivelazione, però…

… però … però … un’embrione di idea … e il mio giocattolo autoindulgente sta cominciando a prendere forma.
Nella mia testa, per la tela ci vorrà ancora un pochino

 

 

 

 

 

 

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La sindrome dell’over-progettazione.

Soffro della sindrome dell’over-progettazione, esiste, giuro: io ce l’ho!

Io adoro progettare nuovi lavori, pensarli, scegliere i colori, vederli nella testa, cambiarli, sognarli e poi non faccio mai niente.
Arriva un lavoro nuovo o mi rendo conto, per fortuna, che ho troppo da fare e lascio lì tutto senza fare nulla. Il grave è che ogni tanto li comincio e poi comunque lascio lì tutto.

Perché io non progetto progettini, progetto il lavoro del secolo. Sappiate che se fate progettare qualcosa a me ne risulterà un mostro che richiede un anno di lavoro, almeno!
Il capolavoro, il lavoro di una vita.
Poi per fortuna rinsavisco e non comincio nemmeno.

Vi faccio un paio di esempi

1. Alexis Peyrotte

Tutto è cominciato per la noia della clausura. Avevo voglia di un po’ di punto raso. Girellavo sul web e ho iniziato a guardare con amore riccioli e fregi. Poi mi sono imbattuta in questo e mi è partito l’embolo.

Su questo mi sono fermata alla scelta della stoffa e dei colori. Poi per un breve e fugace momento siamo usciti dalla zona rossa e quindi di casa, ho ripreso il controllo dei miei neuroni e ho ricominciato con i lavori che devo fare per campare.

Ora è lì nella cartellina dei desideri, che coincide con le cose che non farò mai

2. La campionatura dei retini

Era uno dei buoni propositi dell’anno scorso. Banale. Abbastanza utile. Campioniamo un po’ di retini di fondo
Certo! Se non fosse che ho la sindrome ci cui sopra, quindi la cosa è diventata:

Progetto fase 1.
Gli stessi retini con 3 stoffe diverse per vedere la resa su stoffe compatte o più garzate. 15, 11 e 8 fili.
Progetto fase 2.
Tovaglia gigantesca (colpa del tavolo gigantesco) con tutti i retini di cui alla fase 1, in un patchwork di forme geometriche irregolari.

Risultato:
fase 1: ne ho fatti 3 e poi sono stata vinta dalla noia
fase 2: restata su carta

Però qualcosa di buono ne è uscito: le sciarpe
Ve ne parlerò

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I (non) buoni propositi per l’anno nuovo ovvero 2021 l’anno dell’autoindulgenza

Buoni propositi 2021.
Si fanno sempre, vero?

Io ormai non ci credo più, sono un disastro, potrei fotocopiare quelli dell’anno prima (ma c’è stato il lockdown e il COVID, dovete capire) che erano una fotocopia di quelli dell’anno prima (la scusa non me la ricordo più, però ce l’avevo, giuro), che erano una fotocopia di quelli dell’anno prima, che erano una fotocopia di quelli dell’anno prima, che erano una fotocopia di quelli dell’anno prima…………………………………

Quindi lasciamo perdere, niente buoni propositi, magari funziona.

Proclamo il 2021 l’anno dell’autoindulgenza.

La routine personale e lavorativa la tiriamo stancamente avanti e per il resto voglio qualcosa di divertente, gratificante, appagante.

Ci pensavo ai primi giorni dell’anno, passa il marito e mi fa:

“Cosa fai?”
“Penso”
“Ma perché, sai pensare?”

e voi vi ostinate a chiamarlo il Santo perché mi sopporta ma tanto santo non è.

L’unico buon proposito che faccio qui e rivitalizzare questo blog abbandonato da quasi un decennio

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